Biologia

Cosa sono le specie? “Concetto” non sempre semplice

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Oggi trattiamo un argomento che ai più potrà sembrare molto semplice, quasi scontato, ma che risulta veramente ostico anche per gli esperti.
Infatti il concetto di “Specie” pur essendo un’unità fondamentale della biologia non è definito in maniera univoca.
Esistono molte definizioni differenti basate su criteri differenti.
Una cosa però è certa, oggi abbiamo molti più strumenti che ci aiutano nel definire e a chiarire alcune incertezze. Uno di questi importanti strumenti è la genetica.
Ma bando alle ciance ed entriamo nel vivo del discorso.

Cosa sono le specie, diversi punti di vista

Per introdurre il concetto di specie è importante chiarire una cosa.
La diversità biologica (e di conseguenza le specie) non varia in maniera continua e progressiva.
Anzi, questa è in continua evoluzione, le specie nascono, maturano e si estinguono, quindi è importante afferrare l’idea che le specie sono entità dinamiche, che variano e non fisse o immutabili.

Il concetto morfologico di specie

Linneo oltre 250 anni fa sviluppò il concetto di nomenclatura binomiale (vi invito ad approfondire con il nostro articolo Classificazione degli organismi viventi: Sistematica, Domini e Regni).
Egli descrisse migliaia di specie basandosi sul loro aspetto.
Linneo applicò quindi quello che è definito come concetto morfologico di specie.
Il concetto morfologico afferma che una specie è “un gruppo di individui che si distingue da altri per qualche importante caratteristica morfologica, fisiologica o biochimica.”
In poche parole possiamo riassumere come: tutti gli individui somiglianti per una delle caratteristiche citate.

Il concetto biologico di specie

Tuttavia, un altro punto di vista è quello del concetto biologico di specie.
Quest’ultimo si basa sull’isolamento riproduttivo, quindi sulla capacità di accoppiamento degli individui.
A darci una definizione in questo caso è Ernst Mayr.
Le specie sono gruppi di popolazioni naturali all’interno dei quali avvengono (effettivamente o potenzialmente) incroci, e che sono riproduttivamente isolati da altri gruppi del genere.
Per renderlo più semplice, nasce una nuova specie quando due individui dello stesso genere non possono più accoppiarsi tra loro o non producono prole fertile.
Come conseguenza un gruppo di organismi che possono accoppiarsi tra di loro producendo prole fertile, secondo il concetto biologico, è chiamato specie.

L’importanza della genetica

Molte volte le due definizioni precedenti di specie portano a risultati differenti.
Per questo motivo le differenze nelle sequenze amminoacidiche del DNA e di altri marcatori molecolari ci danno una mano ad identificare specie che altrimenti sarebbero impossibili da distinguere.
In questo caso rientrano soprattutto molte specie di batteri, che come possiamo ben immaginare, sono difficili da distinguere sia su base morfologica che su base biologica.
La definizione biologica a volte infatti è difficile da applicare.
Questa difficoltà consiste nel conoscere quali individui hanno la capacità potenziale di accoppiarsi tra loro.
Tale informazione purtroppo si può conoscere solo con l’accoppiamento effettivo.
Se in questi casi non ci può aiutare neanche il concetto morfologico di specie, allora ci da una mano la genetica.

Cosa sono le specie, esemplari di Canis lupus
Esemplari di Canis lupus, Foto di Luca Concas.

Numerosi problemi nel riconoscere le specie

Un problema da non sottovalutare quando si cerca di riconoscere una specie è quello che riguarda varietà e sottospecie (Bickford et al. 2007; Haig et al. 2006).
Una specie può avere numerose “varianti” anche molto diverse morfologicamente.
Pensiamo al Canis familiaris, infatti il cane domestico ha molte “razze” morfologicamente diverse tra loro.
In questo caso ci viene in aiuto il concetto biologico di specie, in quanto queste sono effettivamente interfeconde tra loro e quindi appartengono alla stessa specie.
Ma al contrario esistono specie più ostiche da riconoscere in quanto molto simili e che non possono incrociarsi.

Cosa sono le specie, rapporto tra salmandra ibrida e parentale.
La salamandra tigrata della California a destra (Ambystoma californiense) è la specie parentale, a sinistra abbiamo invece la specie ibrida risultante dall’incrocio della prima con la salamandra tigre (Ambystoma tigrinum). Fonte: besjournals.onlinelibrary.wiley.com

La questione degli ibridi

Ma le cose possono ancora peggiorare in quanto a rendere difficile il riconoscimento delle specie c’è la presenza degli ibridi.
Gli ibridi sono forme intermedie fertili che molte volte riescono a mettere in difficoltà nel riconoscimento anche i più esperti.
Tuttavia i problemi non finiscono qui, e gli ibridi possono essere meglio adattati all’ambiente rispetto alle specie parentali.
Questa condizione si chiama vigore dell’ibrido.
Questi individui delle volte riescono ad arrivare alla speciazione, ovvero a formare nuove specie.
Normalmente l’ibridazione è un fenomeno naturale ed un importante meccanismo evolutivo.
Un problema ambientale però può nascere quando l’ibridazione è causata dall’uomo.
Alcune specie rare possono infatti entrare in contatto con specie simili e creare una progenie con fitness maggiore (fitness è la capacità di riprodursi e di trasmettere i propri geni alla generazione successiva).
Un esempio concreto è quello dei nostri lupi che si ibrida spesso con i cani.
Questo meccanismo risulta quindi una delle principali minacce per la conservazione della specie.

Il concetto di specie dal punto di vista evoluzionistico

Un altro punto di vista importante è quello dei biologi evoluzionisti.
Per loro (e non solo), le specie sono dei rami dell’albero della vita.
Il concetto di specie in questo caso è inteso come linea evolutiva.
Si può parlare quindi di concetto filogenetico di specie.
Una linea evolutiva è una serie di popolazioni con rapporto antenato-discendente.
Ogni specie ha una storia che inizia con un evento di speciazione dove una linea evolutiva si divide in più rami e termina con l’estinzione o con un altro evento di speciazione.

Gli altri concetti di specie

Come abbiamo visto, il concetto di specie non è univoco e molte definizioni possono essere attribuite.
Questo perché molte volte queste distinzioni sono artificiali è create dall’uomo per una questione convenzionale.
Alle definizioni precedenti possiamo aggiungere molte altre definizioni, ma una di quelle su cui vale la pena spendere due parole è il concetto di specie ecologica.
Dal punto di vista ecologico: una specie è un insieme di organismi adattati ad un particolare insieme di risorse, chiamato nicchia ecologica.
Secondo questo principio sono le risorse di un determinato ambiente a produrre le differenze tra le specie da un punto di vista forma e comportamento.
Infine l’ultimo concetto di specie che vale la pena vedere è il concetto di specie da cluster genico.
Per riassumere questa definizione possiamo dire che una specie può essere definita dalle differenze tra frequenze alleliche (unità geniche).
Numerosi approfondimenti dovrebbero essere fatti e purtroppo questo non è l’articolo adatto allo scopo.
Per questo motivo ci limitiamo a dire che le specie possono essere definite anche tramite la distanza dei cluster genici.

Cosa sono le Specie. Gruppo di
Il concetto biologico di specie individua queste negli individui capaci di accoppiarsi tra loro producendo prole fertile. Foto di Luca Concas.

Le specie un concetto “semplice”

Come abbiamo visto il concetto di specie è tutto tranne che semplice.
Per questo motivo è importante avere in mente, che la specie è il livello tassonomico più basso nonostante non esista un criterio univoco per identificarle.
I concetti più diffusi sono quello biologico e morfologico, ma sempre più specie vengono scoperte seguendo anche gli altri metodi.
Molte tematiche quando si parla di tassonomia sono complicate e spesso alcune scelte non sono accettate da tutti gli studiosi.
Questo ci deve far comprendere lo spirito stesso della scienza, in quanto non è un percorso semplice e lineare, ma irto e burrascoso.

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Gianmarco Virzì

Web designer, programmatore laureato presso la facoltà di Scienze Naturali dell’università di Bologna, ha attualmente molteplici passioni come: i viaggi, la storia, la cultura (apprezza particolarmente quella giapponese), le arti marziali, il fitness, la cucina, la musica (suona la batteria), la fotografia e l’informatica. Ama la natura e tutto ciò ad essa collegata e da questo nasce la sua linea di pensiero, che può essere riassunta con una citazione di S. Agostino: “il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” Il suo sogno è di intraprendere la carriera da divulgatore scientifico e di contribuire alla conservazione degli ecosistemi ed alla gestione del territorio.

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