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Le Pleiadi tra mito ed astronomia

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Pleiadi Luca Concas
Le Pleiadi, foto di Luca Concas.

Le Pleiadi sono un ammasso aperto che si trova nella costellazione del Toro.
Esse sono conosciute per la loro incredibile bellezza e per la grande luminosità nel cielo terrestre (le più luminose sono visibili anche ad occhio nudo).
Il nome tecnico di questo gruppo di stelle è M45, mentre vengono conosciute volgarmente con il nome di “Sette sorelle” o “Gallinelle”.

Il mito

Raffigurazione mitologica delle Pleiadi in un dipinto di Elihu Vedder.
Raffigurazione mitologica delle Pleiadi in un dipinto di Elihu Vedder.

Queste stelle devono il loro nome alla figura mitologica greca delle Pleiadi. Il termine significa “colombe”, ma fonti più numerose vogliono che il nome derivi da “Plèô” ovvero “navigare”, perchè questi corpi celesti si rivelavano molto utili per i navigatori che si trovavano in difficoltà.
Sono diversi i miti che riguardano queste figure, ma in ognuno di essi i nomi ricorrenti delle sette sorelle sono: Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope e Taigete.
Secondo una di queste leggende, quelle nel cielo non sono altro che le sette figlie di Atlante e Pleione, tre delle quali procrearono con Zeus (Elettra, Maia e Taigete).
Secondo un altra storia queste sette sono le figlie della regina delle amazzoni, in un altra ancora invece erano le vergini compagne di Artemide, la dea della caccia.
L’ultima di queste ci spiega che, gli dei mossi a compassione trasformarono le sette donne in colombe(vedere l’etimologia della parola).
Successivamente le colombe furono trasformate in stelle a causa del cacciatore Orione (anch’essa figura mitologica che ha dato vita ad una costellazione) che era solito inseguirle.

Anche la loro luminosità ha dato vita ad una leggenda, infatti nessuna di loro era in realtà vergine, ma tutte avevano avuto rapporti con delle divinità.
L’unica a distinguersi fu Merope, che avendo sposato un criminale (Sisifo), brilla meno delle altre nel cielo notturno a causa della sua vergogna.

Visti i numerosi miti, è comprensibile che questi corpi celesti sono noti fin dall’antichità, tanto che i più grandi artisti classici le citavano nelle loro opere.

Secondo la mitologia norrena invece esse erano le sette galline di Freija, da cui vengono conosciute anche come Gallinelle.

Caratteristiche

Solo sei o molto più difficilmente sette di queste stelle (quelle che hanno ricevuto il nome dagli antichi greci) possono essere notate in ambiente cittadino, colpa dell’inquinamento luminoso.
Le ultime citate sono stelle blu e bianche (con altissime temperature ed altrettanta luminosità), molto giovani e dalla vita abbastanza breve.
Queste tipologie di stelle hanno una durata complessiva di 350 milioni di anni (basti pensare che il sole ha attualmente quasi cinque miliardi di anni).
In realtà questo ammasso è formato da diverse centinaia di stelle, purtroppo non visibili ad occhio nudo.
Ognuno degli elementi di questo gruppo è caratterizzato da nebulose a riflessione(nubi di polvere che riflettono la luce delle stelle).

La distanza che separa la terra dalle Pleiadi è relativamente breve, ovvero circa 450 anni luce.
La breve distanza è uno dei motivi che le rende così luminose.
Esse oltretutto si muovono nello spazio alla medesima velocità l’una dall’altra, movimento che risulta essere abbastanza rapido.
La più luminosa tra queste stelle è Alcione.

Vista la loro posizione (abbastanza vicina all’equatore celeste), l’ammasso aperto è visibile da ogni zona terrestre, nonostante esse si trovino nella volta dell’emisfero boreale.
Per le zone a nord dell’equatore le Pleiadi sono visibili da metà autunno fino all’inizio della primavera mentre per il restante periodo dell’anno sono corpi celesti che caratterizzano le aree a sud dell’equatore.

Il logo della nota azienda automobilistica "Subaru".
Il logo della nota azienda automobilistica “Subaru”.

Curiosità: In Giappone queste stelle sono conosciute con il nome di “Subaru”.
Termine conosciuto grazie alla nota azienda automobilistica che le porta anche come stemma.

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Gianmarco Virzì

Web designer, programmatore laureato presso la facoltà di Scienze Naturali dell’università di Bologna, ha attualmente molteplici passioni come: i viaggi, la storia, la cultura (apprezza particolarmente quella giapponese), le arti marziali, il fitness, la cucina, la musica (suona la batteria), la fotografia e l’informatica. Ama la natura e tutto ciò ad essa collegata e da questo nasce la sua linea di pensiero, che può essere riassunta con una citazione di S. Agostino: “il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” Il suo sogno è di intraprendere la carriera da divulgatore scientifico e di contribuire alla conservazione degli ecosistemi ed alla gestione del territorio.

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